“La sua era una tenera storia d’amore.”

From ➡️ https://vk.com/@queenrocks-ekskluzivnoe-intervu-s-soavtorom-knigi-hattona-merkuri-i-ya

Traduzione in italiano di Mariarosa Buscaglia.

La maggior parte dei fan russi dei Queen ha una visione molto distorta di Jim Hutton, del suo libro e della sua relazione con Freddie Mercury. Ciò dipende da molteplici motivi:  atteggiamenti generalmente negativi verso le relazioni omosessuali nella società russa, la carenza di conoscenza della lingua inglese e un’alterata rappresentazione del libro di Jim in materiali in lingua russa.Materiali che o si concentrano sui dettagli più scandalosi, tradotti male, o accusano apertamente Jim Hutton di mentire.

Nella speranza di chiarire alcune errate convinzioni, abbiamo contattato il co-autore del libro di Jim, Tim Wapshott, che gentilmente ha accettato di rispondere alle domande della nostra community Queen VK.com.

 

Nella foto, Tim Wapshott, co-autore del libro di Jim Hutton Mercury and Me (N.d.T. in italiano il titolo del libro è stato tradotto “I miei anni con Freddie Mercury”)  

Come è iniziato il tuo lavoro con Jim Hutton?

Un amico comune mi si avvicinò e mi presentò a Jim poco dopo la morte di Freddie Mercury. Era ovvio che Jim aveva percorso un bel pezzo di strada insieme a Freddie e stava lottando per riuscire ad accettare la sua perdita.

 

Quindi  scrivere un libro è stata un’idea di Jim e ti è stato chiesto di aiutarlo?

Jim voleva scrivere il libro. Penso che sentisse come fortemente catartico scrivere Mercury and Me (N.d.T. in italiano il titolo del libro (lett. Io e Mercury) è stato tradotto “I miei anni con Freddie Mercury”), un modo per esorcizzare il suo persistente dolore.

 

Come è stato il processo di scrittura?

Siamo andati molto d’accordo e, una volta che Jim mi ha conosciuto un pò meglio, si è davvero aperto liberamente. Non c’era nulla su cui non si sentisse pronto a parlare direttamente e onostamente. Non era una persona subdola o presuntuosa. E’ difficile lavorare su un libro per tanti mesi con qualcuno che non ti piace o che non rispetti, ma fortunatamente Jim mi è piaciuto molto e ho provato rispetto per lui. E’ stato onesto e alla mano nel raccontare la vita straordinaria e la relazione che ha avuto con una persona così eccezionale.

 

Il libro è ovviamente impostato come una serie di interviste. Hai posto a Jim tante domande o hai perlopiù ascoltato le sue storie?

Lavorare con qualcuno su una autobiografia tende ad essere una combinazione di entrambi.

 

Le interviste erano condotte in ordine cronologico, dall’inizio alla fine della storia, o più o meno in maniera causale?

Penso che fossero piuttosto in ordine cronologico, si, per cristallizzare la storia.

 

Quanto è stato coinvolto Jim nel processo di editing?* 

Non è stato affatto coinvolto. Jim non era uno scrittore.

* (N.d.T da treccani – “editing” = In editoria, cura redazionale di un testo per la pubblicazione, cioè lettura attenta intesa a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi, l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna, l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni scientifiche, storiche, ecc.)

 

Ci sono state cose particolarmente difficili per Jim da raccontare?

Certamente. E’ difficile perdere coloro che si amano già in normali circostanze, ma perderli con i media di tutto il mondo accampati fuori da casa tua perchè il tuo partner si dà il caso che sia una delle persone più famose del pianeta aggiunge ulteriori fardelli. Jim era sconvolto dal fatto che, come ha avuto modo di vedere, giornalisti di tutto il mondo fossero accerchiati come avvoltoi a Garden Lodge quando la battaglia di Freddie contro l’AIDS stava per volgere al termine. Rivivere il momento in cui Freddie è morto tra le sue braccia è stato ovviamente estremamente traumatico, così come avermi raccontato alcune cose che gli sono successe dopo aver perso l’amore della sua vita.

Quanto del materiale scritto non è stato inserito nella versione definitiva del libro e perchè?

Pochissimo! Penso che abbiamo incluso ogni ricordo importante nell’autobiografia di Jim.

 

Jim ha sostenuto nel libro e ha successivamente ripetuto in un’intervista di aver pensato che Freddie fosse stato “costretto” a rilasciare il comunicato stampa sulla propria condizione di malato di AIDS. Ti ha detto in maggiore dettaglio perchè lo ha pensato?

No, era solo una sua impressione.

 

Quale è stata la reazione generale al libro dopo la pubblicazione?

Ottima. Il libro è stato ampiamente ben accolto, specialmente dai fan dei Queen di tutto il mondo, e ciò è stato molto importante per Jim. Dopo la morte di Freddie, gli ha fatto piacere partecipare all’occasionale raduno dei fan e incontrare persone che hanno amato Freddie tanto quanto lui. Il libro ha anche trovato consacrazione nella storia LGBT, per aver tenuto traccia di una personale storia di devastazione dovuta all’AIDS in uno contesto segnato a quel tempo da una omofoba reazione negativa nel Regno Unito – erano quelli periodi bui ed ottusi, di pregiudizio e ignoranza. L’uscita del film Bohemian Rhapsody ha persino visto il ritorno del libro nelle classifiche di vendita, sopratutto negli Stati Uniti, dato che i fan sono ancora di più alla ricerca di Jim Hutton, entusiasti di apprendere direttamente dall’uomo che il cantante chiamava “mio marito”. Sono sicuro che Jim ne sarebbe molto lusingato.


Il pregiudizio omofobo nel Regno Unito ha influenzato la percezione che avevano le persone su Freddie Mercury mentre era ancora vivo, e in che modo? La sua sessualità era “ovvia” o, al contrario, la maggior parte delle persone non ne aveva neanche idea?

Penso che Freddie fosse semplicemente Freddie – chiunque pensi a queste cose e sia dotato di un minimo di intelligenza probabilmente capirebbe che Freddie era gay. D’altronde, lui non ha particolarmente nascosto la sua sessualità, non voleva semplicemente rispondere a ignobili e salaci reporter di giornali scandalistici inglesi in merito alla sua sessualità, e come dargliene torto?! Per fortuna oggi nel Regno Unito l’omofobia e il pregiudizio basato sulla sessualità sono semplicemente visti per quello che sono: crimini legati all’odio.

 

Certamente ricorderai le prime indiscrezioni nei giornali in relazione alla possibilità che Freddie avesse contratto l’AIDS. Quanto seriamente venivano prese dai media e dall’opinione pubblica?

Non penso che l’opinione pubblica lo sapesse veramente o gliene importasse qualcosa in un modo o in un altro mentre i giornali ne erano solamente interessati perchè era una storia.

 

Tu e Jim vi aspettavate/temevate possibili reazioni negative al libro? Ce ne sono state?

Neanche per un momento. La sua era una tenera storia d’amore.

 

Abbiamo sentito alcune voci bizzarre relative al tentativo di portavoci dei Queen e/o familiari di Freddie di agire legalmente contro Jim e il suo libro. C’è qualche verità in queste voci?

 

Posso confermare che non è mai stata intrapresa alcuna azione legale contro Jim Hutton e/o contro il suo best-seller autobiografico Mercury and Me (N.d.T. in italiano “I miei anni con Freddie Mercury”) nè è mai stata discussa alcuna azione legale di qualsiasi tipo, per la semplice ragione che Jim era lì e la sua avvincente e commovente storia è vera.

Ho sempre inteso che i restanti membri dei Queen conoscevano e amavano Jim e hanno percepito il suo dolore quando ha perso Freddie. Anzi, quando abbiamo pubblicato la versione Kindle del libro qualche anno fa, Brian May lo ha perfino promosso nel suo sito internet.

Non c’è mai stato alcun problema con il libro nè con i familiari di Freddie nè di Jim.

 

A proposito di Bohemian Rhapsody: pensi che Aaron McCusker abbia fatto un buon lavoro interpretando Jim Hutton nel film? Gli sceneggiatori o lo stesso attore ti hanno consultato?

Credo che fosse perfettamente adeguato, ma non ci ho pensato molto.

 

Nel film, Freddie si lega a Jim pur sapendo già di essere positivo all’AIDS. È stata una buona decisione degli sceneggiatori?

Non è stato accurato, ma non posso dire se è stata una buona decisione. La malattia di Freddie non è stata diagnostica nè tanto meno confermata nel momento in cui ha suonato al Live Aid.

Hai incontrato di persona Freddie Mercury, i suoi compagni di band, suoi amici o familiari?

Ho incontrato Freddie ad una festa che ha dato a Garden Lodge. Come ci si può aspettare, l’ospitalità non temeva confronti! E di tanto in tanto ci vediamo ancora con Brian May e/o sua moglie Anita in qualche festa occasionale. Con la stesura del libro ho avuto modo di conoscere Marta – una delle più care amiche di Jim – e l’ultima volta che l’ho vista è stato qualche anno fa quando è venuta a dare una mano per il lancio dell’edizione Kindle aggiornata di Mercury and Me (N.d.T. in italiano “I miei anni con Freddie Mercury”) così come l’adorabile Jackie Gunn del Queen Fan Club con sede nel Regno Unito.

 

Ci puoi dire un pò di più di quella festa a Garden Lodge? Come era Freddie?

Freddie era piuttosto timido e ha lasciato fare ai festaioli. Penso di essere stato lì in occasione di una festa non pianificata  per  Peter Straker – per cui c’erano un bel pò di invitati che Freddie non conosceva e in tali situazioni tendeva a levarsi dai piedi senza dare nell’occhio!

 

Che tipo di persona era Jim? E’ stato facile lavorare con lui?

Jim era cortese e gentile. Solitamente era un tipo calmo, riservato e piuttosto introverso ma sapeva lasciarsi andare – e poi non amava altro che ridere e far ridere gli altri. Nonostante tutti i suoi problemi, era un’anima felice che si accontentava di quello che aveva. Jim amava anche coltivare le piante che in giardino fiorivano sotto la sua cura o allevare svariati gatti e cani che si precipitavano dritti verso di lui.

 

Puoi condividere alcuni racconti divertenti di Jim capitati durante la stesura del libro o dopo?

Tutte le interviste per il libro era registrate a casa di Jim a Ravenscourt Park (N.d.T zona  ovest di Londra). I suoi gatti partecipavano alla maggior parte di queste interviste! Entravano e ogni volta si lasciavano cadere accanto a Jim – e noi potevamo iniziare non appena si fossero messi comodi.

 

Siete rimasti in contatto dopo che il libro è stato pubblicato?

Si. Jim è rimasto a Londra per alcuni anni dopo la morte di Freddie ma alla fine degli anni ’90 si era silenziosamente ritirato in Irlanda dove ha vissuto nella casa che aveva costruito accanto a quella della mamma. Non è tornato molto spesso a Londra e di tanto in tanto chiacchieravamo a telefono. Sentivo che lì aveva di sicuro trovato una forma di contentezza che non è riuscito a trovare per tutto il tempo che è rimasto a Londra senza il suo amato Freddie.

 

Quando lo hai visto o hai parlato con Jim per l’ultima volta?

Non ne sono sicuro. Forse 18 mesi prima che morisse?

 

Grazie per le risposte sig. Wapshott! Appreziamo l’aiuto!

 

 

 

 

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