“Sono passati tanti anni,ma quando penso a quei momenti l’emozione e la nostalgia riaffiorano indelebilmente.”

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Mi ricordo che quella mattina del 14 settembre 1984 c’era un afa proprio come in questi giorni,io e il mio amico Tommaso Guerra c’eravamo dati appuntamento alla stazione Santa Maria Novella di Firenze per prendere il treno che intorno alle 9 ci avrebbe portato a Milano. Il treno partì puntuale il viaggio fu piacevole ,si parlava naturalmente del concerto delle canzoni che avrebbero cantato di come sarebbe stato il palco, le informazioni che riguardavano l’evento erano poche,non c’era internet.Arrivati a Milano intorno alle 12 ci infilammo nel metrò per poi scendere alla fermata Piazzale Lotto S.Siro ,lasciato il metrò ci avviammo verso i cancelli dell’entrata del palasport e c’era già un bel gruppetto di ragazzi in attesa dell’apertura, che se ricordo bene avvenne tra le 18 e le 19.Man mano che passavano le ore la gente assiepata davanti all’entrata aumentava e insieme a loro aumentava anche il caldo,ma il momento più brutto della serata fu al momento dell’apertura dei cancelli poichè quest’ultimi anzichè aprirsi verso l’interno si aprivano verso l’esterno con tutte le problematiche annesse,fu un caos infernale ,alla fine gli addetti al servizio d’ordine riuscirono a spingere la calca indietro e ad aprire i cancelli , erano incazzatissimi, uno di loro menava tutti quelli che gli capitavano sotto tiro, io e Tommaso fummo veloci e fortunati, riuscimmo a schivare i bestioni ed entrare dentro il palasport indenni. Appena arrivati all’interno ci apparve il palco ,fu una visione meravigliosa era enorme con centinaia di faretti e la scenografia di “Metropolis” come sfondo ,di corsa arrivammo ai piedi del palco in quarta o quinta fila,spostati leggermente a destra, ormai non rimaneva che attendere l’inizio del concerto.Alle 21 circa, le luci del palasport si abbassarono, un boato ci avvolse, spinte e schicciamenti da tutte le parti ,le note di “Machines” uscivano dagli amplificatori il fumo ricopriva il palco e gli ingranaggi della scenografia iniziarono a ruotare,apparvero all’improvviso tutti e 4 tra la nebbia , (ho i brividi mentre scrivo), Freddie naturalmente con il braccio alzato,e via con  Tear it up Brian scatenato, luci alla massima potenza ,sotto il palco non c’e pace,poi Under Pressure fu un tripudio.Un po di calma mentre il castoro si accomoda al piano, ma dopo alcuni arpeggi partono le note di Somebody To Love  ed baraonda di nuovo, parte Killer Queen seguita da un’ovazione poi tutte le altre(la scaletta la conoscete benissimo) fino ad arrivare a It’s a Hard Life per la prima volta sentita live come tutte le altre di “The works” ,molto buffo Freddie con il parruccone in testa. Bello anche il classico momento acustico un’occasione per riprendere un po fiato per tutti. Si riparte a palla con Stone Cold Crazy, flash abbaglianti e scoppi arrivano dal palco , Another One Bites The Dust fino ad arrivare all’apoteosi di Bohemian Rhapsody  e Radio GaGa ,ancora Brian sugli scudi per Hammer To Fall , stiamo vivendo un sogno,entra Fred con il chitarrone bianco e via con Crazy Little Thing Called Love con il classico finale allungato dove il pubblico si scatena .Arriva il turno di We Will Rock You e un po di tristezza affiora nella mia mente, il concerto è quasi giunto alla fine, tutto il palasport canta e batte le mani fino all’assolo di chitarra,le prime note al piano e inizia We Are The Champion , il coro del pubblico accompagna la band per tutta la canzone fino ad arrivare al commovente finale, tutto fantastico e indescrivibile con le parole,siamo alla fine, il gruppo si congeda salutando i fans ,GOD SAVE THE QUEEN.Questo è il ricordo un po sbiadito di quella giornata ,sono passati tanti anni,ma quando penso a quei momenti l’emozione e la nostalgia riaffiorano indelebilmente.

Grazie a tutti.

Racconto di Andrea Biliotti -14 settembre 2016